sabato 27 aprile 2013

Newsletter Domino - Cosa ti fa emergere tra la folla?


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Cosa ti fa emergere tra la folla?     
        
Le aziende sono desiderose di ingaggiare nuovi talenti e spendono fior di quattrini per la ricerca e selezione del personale, ma quali sono le caratteristiche che ricercano? Cosa occorre per essere assunti e mantenere il posto di lavoro? Quali sono gli ingredienti chiave che vi fanno emergere nella competizione e come convincere i selezionatori di scegliere proprio voi?     
        
Partiamo da una serie di dati emersi da un sondaggio condotto su alcuni imprenditori della PMI per analizzare il mercato.

Alla domanda di quali fossero i principali problemi che gli creano difficoltà in azienda circa il 40% ha risposto "il personale". In particolare si lamentano di "collaboratori non sufficientemente qualificati, poco motivati, non affidabili, non responsabili e preparati".
"Non hanno valori e non si prendono veramente cura..." è una frase decisamente ricorrente tra coloro che assumono e gestiscono risorse. Se a questo aggiungiamo il fatto che i personale ha un costo molto elevato per l'azienda abbiamo il quadro di quanto sia sentito questo problema.
  
Chiedendogli allora "cosa le è più di aiuto in azienda" è sorprendente la risposta: il personale! Circa il 50% di loro riconoscono che avere un collaboratore valido, creativo, produttivo e propositivo, che si prende cura del suo compito e lo porta avanti con cura, è davvero una manna dal cielo.
Senza andare troppo nel dettaglio da questo sondaggio sono tre i dati fondamentali che emergono:
1. Le aziende cercano persone produttive ed orientate al risultato
2. Le aziende cercano persone che hanno voglia di investire e dare
3. Le aziende cercano persone che siano propositive ed appassionate al lavoro proposto
L'obiezione spesso sta nel fatto che è facile aver passione per un lavoro "divertente" come le risorse umane o il marketing mentre ben più difficile potrebbe essere il dedicarsi ad una professione più umile. A questo proposito però voglio fare un paio di esempi che derivano direttamente dalla mia esperienza di selezione del personale, attività che faccio ormai da più di dieci anni.
Selezione di un trasportatore, un ruolo decisamente umile e faticoso. Si presentano in tanti... molti però non sono disposti a fare la prova (un ragazzo chiamato per la suddetta prova – che aveva quindi superato i primi colloqui – non è andato), un giovane di 21 anni, forse un po' impacciato ma davvero desideroso di lavorare si presenta e insiste mostrando la sua voglia di dimostrare che può imparare e dare il suo apporto. Ora lavora lì.
Selezione di un giardiniere, anche qui ruolo umile. Un candidato mi contatta da Torino desideroso di trasferirsi a Roma per motivi personali. Lo contatto ma confesso che non ci conto molto, troppo distante... lui insiste, mi scrive, mi chiama, non molla per due mesi. Alla fine lo incontro. Persona squisita. Lo inseriamo subito in organico. Dopo mesi di gavetta (quattro) ha già possibilità di carriera entrando a far parte del reparto commerciale dell'azienda.
Ultimo esempio: selezione di un'amministrativa. Questa volta non a Roma (ma a 10 km da Roma). Non tantissime candidature, eppure tutti si presentato e dopo due giorni inseriamo una ragazza molto in gamba di 25 anni che dopo una settimana è già molto produttiva in azienda.
Questi tre ragazzi hanno certamente in comune i tre punti di cui sopra. Uno di loro è stato anche un po' più lento del normale a mostrare la sua produttività, ma non ha mai mollato ed è sempre stato disposto a dare, ad investire, ad apprendere cercando di fare il meglio.
Già, ma all'inizio di questo articolo vi accennavo al fatto che le aziende cercano il talento, ed in questi esempi qual è il talento? Vediamolo da un altro punto di vista, cosa è il talento?
Non è solo una persona che tecnicamente sa cosa fare, è una persona che ha una grande passione per quel soggetto, lo vive giorno e notte, lo sogna, pensa come migliorarsi, come fare un passo avanti, come crescere... non si arrende al primo fallimento, ma anzi lo prende come opportunità per migliorare qualcosa, così che la prossima volta sarà più preparato!
Un vero talento "sposa" la mission dell'azienda di cui decide di entrare a far parte, è interessato al lavoro che si porta avanti e da il suo apporto; non cerca di essere interessante e di far vedere quanto è bravo. Semplicemente è capace perché ascolta e fa, porta il risultato ma non se ne vanta, perché non è concentrato ad avere approvazione ma a dare un risultato.
Si è posto un obiettivo e ci crede, è il primo a farlo, non permette ad altri di sminuire i suoi scopi ma lavora serenamente per raggiungerli, affrontando le difficoltà e continuando a mantenere quel desiderio di portare avanti quel mestiere perché sa che è il suo.
Troppo? Eppure se guardiamo coloro che hanno avuto successo e che hanno raggiunto gli obiettivi che si erano posti come prima cosa vediamo che avevano un obiettivo. Avevano chiara un'idea, non si accontentavano di fare qualcosa ma sceglievano quella cosa e la portavano avanti con orgoglio e generosità, come se fosse il miglior lavoro del mondo... perché? Perché era l'opportunità che si erano creati!
Molti ragazzi leggendo queste righe potranno pensare... già, ma questo non vale per me, mio padre non mi permetterebbe mai di fare... non sarebbe fiero di me! O magari non posso io abbassarmi a tanto, cosa direbbero i miei amici.. O ancora, nessuno mi da lavoro, c'è troppa crisi ormai...
La verità è che anche queste osservazioni possono diventare vere, possono esserci e ci sono tante difficoltà, eppure qualcuno riesce. Molti lavorano, crescono, si realizzano... perché? Sono solo più fortunati? O hanno deciso di riuscire a raggiungere qualcosa nonostante gli ostacoli? Penso che il modo migliore per poter far parte di quest'ultima categoria sia semplicemente quello di provare a farlo, senza arrendersi davanti alle prime inevitabili barriere e guardare avanti, con determinazione, passione e voglia. Alla fine si può vincere!
   
Manuela Baccari
Responsabile Marketing


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